Massimo Umax preferisce non pubblicare la Verità emersa dal suo Consulto di Cartomanzia per non destabilizzare eventualmente le parti interessate e/o l'opinione pubblica e lascia quindi a te la libertà di interpretare, come meglio credi, i Tarocchi sottostanti.
Ecco cosa dicono i Tarocchi relativamente alla notizia che vede nel tribunale di Bergamo (Lombardia), in merito all'omicidio di Yara, la lettura della sentenza di condanna all'ergastolo per Massimo Bossetti. Dopo la lettura della sentenza di condanna, la moglie ha inseguito il marito mentre gli agenti lo trasferivano fuori dall’aula. Lo ha abbracciato e insieme hanno pianto. In mattinata c’era stato il tempo anche per un rapido bacio prima che i giudici entrassero in camera di consiglio e ne uscissero con il verdetto più pesante possibile. La moglie non è mancata a nessuna delle ultime udienze, quelle in cui hanno tenuto banco le arringhe difensive. Ascolta la voce della presidente pronunciare la sentenza. Scambia una frase con i difensori, chiede una rapida spiegazione. La sua reazione è calma, controllata: "Credo nell’innocenza di Massimo e continuerò a crederci. La mia fiducia in Massimo è più forte che mai. Ho avuto dei dubbi, umanamente, non lo nego. Anche perché avevo davanti tutte le sicurezze assolute dell’accusa, come quella per i passaggi del furgone. Per questo ho voluto fargli delle domande precise. Non ho voluto fare soltanto un atto di fede nell’uomo con cui ho condiviso una vita. Mi sono posta dei dubbi anche a tutela dei miei figli. Gli ho parlato guardandolo negli occhi. E gli ho creduto. Gli credo ancora".
Anche per lei una lunga giornata, con l’assedio mobile di fotografi e televisioni a ogni spostamento, accompagnata dai difensori e dal consulente. In aula, seduta due file dietro, non stacca gli occhi dal marito, impegnato nell’appello finale, in attesa che si volti dalla parte del pubblico. Accade una sola volta, quando Bossetti esclama: "Ma non sono un assassino, sia ben chiaro". È allora che gli sguardi dei coniugi s’incrociano e la donna accenna un sorriso.
La moglie di ferro che in casa comandava, gestiva le fatture, s’inalberava se il marito era troppo accomodante nel riscuotere i pagamenti. Dopo ogni baruffa il suo duro silenzio era la punizione per il ‘Massi’, che andava a cercare conforto dalla mamma. Quando era arrivato il turno di testimoniare, mentre la suocera sceglieva il silenzio, lei aveva voluto rispondere. Lo sforzo di mostrarsi la moglie di ferro, quella che con il marito condivideva tutto.
Furibonda per le lettere platonicamente focose che Massimo aveva indirizzato a un’altra detenuta, lo aveva punito negandogli per due settimane le sue visite in carcere. Salvo poi ricomparire. A metterci la faccia. Una volta di più. Per l’ultima rappresentazione nel suo scomodo ruolo.