SIGNIFICATO ASTROLOGIA STELLE FISSE SEGNI PIANETI
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Tutti sanno che ci sono delle stelle fisse e che
da sempre alcune costellazioni vengono chiamate con nomi che evocano
determinate immagini (Cassiopea, Orsa Maggiore, Acquario ecc.). Molte di queste
immagini sono connesse a miti e leggende, ma per la storia dell’astrologia sono
diventate rilevanti solo quelle costellazioni vicino alle quali il Sole passa
nel suo percorso annuale. Il percorso che il Sole compie attraverso le
costellazioni è detto eclittica, la linea curva che ne risulta è lo zodiaco,
una sorta di cintura la cui larghezza è data dal movimento del Sole fra il
tropico settentrionale e quello meridionale (circa 12° da entrambe le parti
dell’eclittica). Zodia è il termine
greco per “essere vivente”, un concetto che si presta molto bene a rappresentare
sia gli animali sia gli altri elementi (come Gemelli, Vergine, Sagittario o
Bilancia, spesso rappresentata insieme a una donna che la regge) che fanno
parte dello zodiaco. Esistono antiche rappresentazioni della fascia zodiacale
su di un globo. In un’incisione del 1779, da un affresco ormai distrutto nella
Villa di Diomede a Pompei, anteriore al 79 d.C., si distingue un globo
zodiacale i cui zodia sono visibili
dall’Ariete alla Vergine. Nel cosiddetto Atlante
Farnese, copia del II secolo d.C., lo zodiaco è strutturato in tre anelli
paralleli, con coluri e archetti trasversali per delimitare i “segni”. Alcune
costellazioni, rappresentate da sinistra a destra nella consueta sequenza,
sovrastano notevolmente la fascia. In esso si può già riconoscere la differenza
tra le costellazioni vere e proprie e i segni zodiacali che si usano in
astrologia: le costellazioni osservabili in cielo variano per dimensioni; molto
presto, però, si cominciò a suddividere l’eclittica in dodici parti della
stessa grandezza, dando loro i nomi che grossomodo corrispondevano a quelle
“incontrate” dal Sole nel suo percorso annuale. Questa semplificazione derivò
essenzialmente dal bisogno di un fondamento unitario per il calcolo (dato che
non si raggiunse mai un accordo su dove inizia e dove finisce una
costellazione). Il termine tecnico per questa suddivisione riferita alle
stagioni è “zodiaco tropico”, mentre la suddivisione astronomicamente
“corretta” viene denominata “zodiaco siderale”. La distinzione di segni e
costellazioni è importante perché, una volta che la si sia stabilita, la
posizione effettiva del Sole non ha più alcun ruolo per l’interpretazione
astrologica; ciò che conta è il settore zodiacale in cui dimora e che può
essere denominato a piacere. In effetti, nel corso del tempo i segni zodiacali
si muovono spostandosi rispetto alle costellazioni (si tratta della cosiddetta
“precessione”), un fenomeno già calcolato da Ipparco. Il movimento del Sole
lungo l’eclittica è ovviamente solo un’impressione che si ha dalla Terra. In realtà,
come si sa dalle rivoluzioni scientifiche dell’età moderna, è la Terra a
muoversi intorno al Sole. Gli astrologi, tuttavia, hanno mantenuto fino a oggi
un punto di vista geocentrico, poiché sono del parere che un’interpretazione
destinata a uomini che vivono sulla Terra vada rapportata a ciò che costituisce
il loro mondo esperienziale; affermano inoltre che l’applicazione del punto di
vista tradizionale fornisce interpretazioni più efficaci rispetto a un
adattamento al sistema eliocentrico. La prospettiva geocentrica vale anche per
il movimento dei pianeti, che insieme allo zodiaco costituisce il secondo
elemento importante per le interpretazioni astrologiche. Accanto a Sole e Luna,
fin dall’antichità si ebbe un interesse particolare per i movimenti delle
“stelle erranti” Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. Poiché le loro
orbite – osservate dalla Terra – assumono talvolta forme inconsuete, i pianeti
furono particolarmente adatti a mettere le ali alla fantasia umana. Divennero
rappresentanti delle divinità, simboleggiando il loro volere o il cambiamento
delle caratteristiche loro associate. Molto presto si fu in grado di calcolarne
l’orbita; nel far ciò, una particolare attenzione fu riservata alle fasi del
loro moto retrogrado apparente. Fino a oggi i periodi di moto “diretto” e
“retrogrado” vengono messi in connessione con un rafforzamento e un
indebolimento dei principi che incarnano. Pianeti e segni zodiacali vennero
associati con grande facilità: si operò una separazione tra i segni del cancro
e del leone (nel punto del solstizio d’estate), il cancro venne associato alla
Luna e il leone al Sole, per poi distribuire simmetricamente i restanti cinque
pianeti sui vari segni. Tranne il Sole e la Luna, tutti i pianeti hanno dunque
due “domicili”, almeno fino a quando (dal XVIII secolo) non furono scoperti
nuovi pianeti e li si aggiunse allo schema. Dalla combinazione dei sette
pianeti (ai quali si aggiungono per semplicità anche Sole e Luna) con i segni
zodiacali risulta già una grande varietà di possibilità interpretative. La cosa
diventa ancora più complessa se si prendono in considerazione anche gli angoli
formati dai pianeti tra loro, ovvero i cosiddetti “aspetti”. Da un punto di
vista geocentrico, i pianeti in cielo possono essere affiancati (si parla
allora di congiunzione), stare esattamente l’uno di fronte all’altro
(opposizione, 180°), o formare un angolo retto (quadrato, 90°). Oltre agli
aspetti dei multipli di 45° sono significativi quelli dei multipli di 60°,
innanzitutto il trigono (120°). Nella tradizione astrologica l’opposizione e il
quadrato sono aspetti “difficili” o “provocatori”, mentre trigono e sestile
(60°) in genere rappresentano aspetti “facili” o “incoraggianti”. Segni,
pianeti e aspetti costituiscono lo “scheletro” necessario alla produzione di un
oroscopo.
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