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ASTROLOGIA LA VIA LATTEA MITOLOGIA GRECA ROMANA
LA VIA LATTEA E IL MITO DI ERACLE ED ERA Si favoleggiava che Zeus avesse scelto la bella, dignitosa e saggia Alcmena per generare un figlio tanto forte da impedire lo sterminio di uomini e dei: Eracle. Dopo il parto la madre lo abbandonò in un campo fuori delle mura di Tebe perché temeva l’ira di Era. In quel luogo, convinta da Zeus, Atena condusse proprio la regina degli dei a passeggiare. “Guarda, mia cara, che bimbo eccezionalmente robusto!” le disse simulando sorpresa mentre si chinava per prendere in braccio il neonato. “Sua madre deve avere perduto il lume della ragione per abbandonarlo in questo luogo sassoso! Suvvia, tu che hai tanto latte danne un poco a questa povera creatura!”. Era, che nulla sospettava, prese il bambino in braccio denudandosi il petto, ed Eracle vi si attaccò con tanta forza che la dea gemendo per il dolore lo allontanò da sé mentre un getto di latte volava verso il cielo, trasformandosi nella Via Lattea, e un altro cadeva in terra mutandosi in giglio. “Quale mostro è mai questo bambino!” esclamò Era. Ma ormai Atena aveva ottenuto quel che voleva Zeus: il neonato era diventato immortale. Fu allora che venne chiamato Eracle, ovvero “gloria di Era”. Il mito allude enigmaticamente alla Grande Madre, fonte e centro di ogni potere e conoscenza prima dell’arrivo degli Elleni che la subordinarono a Zeus. Eratostene scriveva a questo proposito che persino i figli degli dei non avrebbero avuto onore nelle loro vite se non avessero bevuto il latte dal seno di Era; e un mortale, grazie a un solo sorso, poteva diventare immortale. I tebani mostrano ancora oggi il luogo dove la dea fu ingannata: il campo è chiamato Pianura di Eracle. Altri mitografi narrano che fu Ermes a portare il neonato sull’Olimpo, dove Zeus stesso lo posò sul petto di Era mentre lei stava dormendo; e che la Via Lattea e il giglio si formarono quando la dea, destatasi, lo allontanò da sé perché aveva saputo che era frutto di un tradimento di Zeus. Un’altra versione favoleggia che Eracle, avendo succhiato più latte di quanto la sua bocca ne potesse contenere, ebbe un rigurgito. Secondo una tradizione mitica diversa Rea aveva presentato a Crono una pietra modellata come un bambino; ma il dio invece di inghiottire l’infante, com’era solito fare, ordinò alla moglie di allattarlo. La dea, che doveva fingere di allattare un neonato, premette così tanto la pietra contro la mammella da farne sprizzare un fiotto di latte che si sparse nel cielo stellato disegnando la Via Lattea. In un altro mito la Via Lattea veniva considerata come la colonna di fumo che si levava dall’arca sacrificale creata da Zeus. LA TRASGRESSIONE DI FETONTE E LA DEVIAZIONE DELL’ ASSE Aristotele, sulla scia dei pitagorici, sosteneva che la Via Lattea fosse il percorso seguito da una stella o addirittura l’antica orbita del Sole prima della catastrofica impresa di Fetonte. Ma la testimonianza più interessante è quella del Timeo, dove Platone fa narrare a Crizia che Solone si era recato in Egitto incontrandovi un sacerdote il quale gli aveva spiegato come vi fossero stati molti stermini di uomini nel passato e molti ve ne sarebbero stati nel futuro. Quelle “apocalissi” erano narrate sotto il manto del mito: “Infatti, ciò che anche presso di voi si narra, ovvero che una volta Fetonte, figlio del Sole, dopo avere aggiogato il carro del padre, per l’incapacità di condurlo sulla strada del padre incendiò le cose che erano sulla terra ed egli stesso perì colpito dalla folgore, questo viene narrato in forma di favola; ma la verità che esprime è la deviazione degli astri che circolano per il cielo attorno alla terra, e la distruzione di tutto ciò che sta sulla terra, che ha luogo dopo periodi di tempo molto lunghi, a causa di molto fuoco”. Questa testimonianza mostra come in due tradizioni diverse si tramandasse il ricordo di una catastrofe così grave da avere provocato uno sconvolgimento del cielo: quella deviazione dell’asse di cui la Via Lattea sarebbe stata un segno come immagine della via abbandonata dal Sole oppure come cicatrice dei terribili incendi provocati dal carro impazzito. |