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ASTROLOGIA GEMELLI MITOLOGIA GRECA ROMANA
Con i Greci i Gemelli
assunsero le sembianze e i nomi di Castoro e Polluce oppure di Apollo ed
Eracle, entrambi figli di Zeus ma non gemelli. Pittori e scultori fino
all’epoca moderna li hanno rappresentati negli zodiaci come due gemelli senza
alcun attributo, oppure con quelli tipici di Eracle e Apollo: la mazza
(talvolta sostituita da una falce brandita come un’arma) del primo, la lira e
l’arco e/o la freccia del secondo. Igino riferisce anche un’altra credenza
astromitologica, secondo la quale i Gemelli furono identificati in Trittolemo e
Giasone amati da Cerere che li avrebbe trasportati in cielo. Ma
l’identificazione con i Dioscuri è diventata ormai la vulgata. Dioscuri
(Dioskouroi), ovvero “figli di Zeus”, erano detti perché, secondo una versione
del mito, il dio nelle sembianze di un cigno si era unito sulle rive del fiume
Europa a Leda, regina di Sparta, che successivamente depose un uovo dal quale
nacquero Elena, Castore e Polideuce (Polydeukes, poi tradotto nel latino Pollux
e nell’italiano Polluce). Un’altra versione del mito narrava che Zeus si era
incapricciato di Nemesi, una delle figlie della Notte, che per sfuggirgli aveva
assunto diverse sembianze fino a trasformarsi in un’oca. Ma il dio
fulmineamente si mutò in un cigno unendosi a lei. Nemesi fece poi un uovo che i
pastori raccolsero e diedero a Leda che lo pose in un cofanetto: da quell’uovo
divino nacquero Elena e i Dioscuri. La versione che divenne più popolare da
Euripide in poi narrava che, dopo la “visita” del cigno Zeus, Leda giacque
nella notte col marito Tindaro. Da entrambe le unioni nacquero dei figli: da
Zeus, Elena e Polluce, che erano immortali; da Tindaro, Castore e Clitennestra,
mortali. Leda fu poi deificata col nome di Nemesi. I due gemelli, orgoglio di
Sparta, non si separavano mai né agivano prima di consultarsi l’uno con
l’altro. Castore era famoso come guerriero e domatore di cavalli, Polluce
veniva considerato il miglior pugile dei suoi tempi. Si unirono a Giasone
partecipando alla spedizione degli Argonauti. Durante il viaggio di ritorno,
mentre stavano navigando tra la foce del Rodano e le isole Stecadi, le attuali
Hyeres, al largo della Provenza, salvarono i compagni, come racconta Apollonio
Rodio senza specificare le circostanze; è facile presumere che si trattasse di
una tempesta. Rivali dei Dioscuri erano altri due gemelli, i cugini Ida e
Linceo, non meno devoti l’uno all’altro. Il prima era più forte, il secondo
possedeva una vista così acuta che riusciva a vedere nell’oscurità e a divinare
il luogo dove fosse sepolto un tesoro. Castore e Polluce rapirono le loro
promesse spose, Febe e Ilaria, le Leucippidi, inimicandosi Ida e Linceo.
Successivamente, durante la spedizione degli Argonauti, si riappacificarono. Ma
la concordia tra le due coppie di gemelli non durò a lungo. Un giorno decisero
di razziare insieme del bestiame in Arcadia; quando si trattò di spartirlo, Ida
e Linceo con uno stratagemma riuscirono a impadronirsi di tutti i capi e a
fuggire. Castore e Polluce, riavutisi dalla sorpresa, li inseguirono e
riuscirono a riprendersi il bestiame approfittando del fatto che si erano
assentati per sacrificare sul monte Taigeto a Poseidone. Poi si nascosero nel
cavo di una quercia aspettando che i rivali tornassero. Ma Linceo dalla vista
acuta, che li aveva scorti dalla cima del monte, avvertì Ida che, giunto nei
pressi dell’albero, scagliò la sua lancia contro il cavo tronco trafiggendo
mortalmente Castore. Quando Polluce si precipitò fuori del nascondiglio per
vendicare il fratello, Ida gli gettò addosso una pietra tombale. Pur ferito, il
Dioscuro riuscì a uccidere Linceo con la sua lancia mentre Zeus folgorava Ida.
Fu allora che il padre divino decise di trasformare Polluce in una stella.
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