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DIVINAZIONE CON IL PENDOLO
L’uso del pendolino ha origini
molto antiche. Inizialmente il suo impiego era finalizzato all’individuazione
di sostanze nel sottosuolo quali l’acqua o i metalli. Col tempo però si è
verificato uno sviluppo di questo metodo praticamente senza limiti. La radioestesia infatti trova applicazione
in numerosi campi d’indagine: dalla ricerca di persone scomparse al
ritrovamento di oggetti perduti, alla localizzazione di luoghi particolari che
ancora non sono noti. Il termine “radioestesia”
fu coniato a cavallo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento da
due uomini di chiesa, gli abati francesi Bouly e Mermet, i quali diffusero
questa nuova conoscenza e gli strumenti per praticarla. L’impiego del pendolino
prevede che chi opera riceva e sappia decodificare, a livello più o meno
inconscio, le energie che gli arrivano attraverso il pendolino stesso. In
pratica, ciò che accade è che impulsi energetici ben precisi si manifestino
esteriormente con una reazione ideo-motoria. Con l’uso di un pendolo i
radioestesisti riescono allora a percepire le vibrazioni o le radiazioni
provenienti da qualsiasi cosa, sia essa animata o inanimata. Ma questo non è
tutto. Ciò che rende tale un radioestesista infatti è la sua capacità di
utilizzare la propria sensibilità non solo per percepire le energie, ma anche
in modo da ricevere tutte le informazioni disponibili. Naturalmente il metodo
seguito per giungere a tali risultati non è unico. Esso varia da soggetto a
soggetto. Ognuno segue tecniche proprie, che corrispondono poi a un personale
modo di “sentire”. Da quanto detto fino ad ora, non deve quindi sorprendere,
nell’avvicinarsi alla radioestesia, che non esistano regole rigide
nell’interpretazione dei movimenti del pendolo. Il punto fondamentale resta
infatti sempre e solo l’uomo, che con le capacità insite in lui, riesce a
interagire con gli strumenti. A riprova di quanto affermato, esiste anche un
altro elemento di una certa importanza: il pendolino non ha una forma precisa e
assoluta. Risultati di sicura efficacia sono riscontrabili, e lo sono stati nel
passato, anche con pendolini “rudimentali” o “artigianali”. A volte anzi il
fatto stesso di aver costruito con le proprie mani il proprio pendolino crea un
legame ancora più intimo tra lo strumento e chi lo deve utilizzare. A questo scopo
è necessario avere a disposizione cinquanta centimetri di spago o filo e un
pendolo, che potrà essere a scelta anche un anello, una chiave, una spilla.
Eventualmente con l’aiuto di un ago il filo viene fatto passare attraverso
l’oggetto, che dovrà essere infilato, ed ecco che il pendolino è pronto. Per
chi decida di cimentarsi con la radioestesia è consigliabile seguire alcuni
suggerimenti elementari. In un certo senso infatti è necessario che la mente
dell’operatore si abitui a riconoscere i “messaggi” che il pendolino è in grado
di mandargli. Esistono in questo senso alcuni esercizi molto semplici il cui
scopo è proprio quello di educare la mente a distinguere e controllare
determinate sollecitazioni. Prima di procedere alla vera e propria ricerca è quindi
auspicabile acquisire una certa “confidenza” con il meccanismo radioestesico in
generale. La mente deve essere libera e pronta a ricevere gli impulsi
sensoriali precisi per le risposte che ricerca. E’ quindi necessario che
l’operatore agisca in condizioni fisiologiche normali. Tensioni nervose, ansie,
dispiaceri o malesseri interferiscono con la sensibilità umana e fanno
diminuire precipitosamente le probabilità di riuscita. Per procedere alla
lettura vera e propria si deve posizionare il pendolino a un’altezza di circa
quattro centimetri dall’oggetto o dalla persona a cui si riferisce la domanda.
Una volta create le condizioni mentali opportune, il pendolino comincerà a
muoversi. La radioestesia può essere impiegata in numerosi e svariati settori,
tra cui sicuramente di particolare importanza è il campo medico. Se infatti il
pendolino viene fatto scorrere lungo tutto il corpo di una persona, è possibile
stabilire lo stato di funzionamento di ogni organo del suo corpo; partendo da
questo presupposto chiunque possieda una conoscenza sufficientemente
approfondita di anatomia, fisiologia e patologia può accertare l’esistenza di
taluni disturbi, o addirittura malattie, quindi individuare la cura più
appropriata. Soprattutto in questo ambito è consigliabile porre al pendolino
domande piuttosto precise, che limitino quindi il margine d’errore. Attribuendo
al giro antiorario del pendolo il significato di malattia, se lo strumento,
posto sopra un organo, comincerà a girare in senso antiorario segnalerà che
l’organo in questione è malato. Chi non è sicuramente esperto e preparato in
materia non dovrà comunque improvvisarsi medico. L’apprendimento è lungo e
molta pratica è necessaria prima di potersi sicuramente fidare delle proprie
diagnosi. Agli inizi è opportuno imparare su persone che dispongono di una
precisa diagnosi fatta dal medico e confrontare se i propri risultati
corrispondono. Il pendolino può comunque essere utilizzato in altri modi. Per
esempio, se puntato su una fotografia o, molto meglio, sul palmo della mano di
una persona può suggerirne il carattere, la condizione psicologica, le
attitudini e così via, dal momento che ne registra le vibrazioni sottili. Fatto
scorrere su una carta geografica, può indicare un luogo particolare riguardo al
quale sono state chieste informazioni ecc. In ogni caso, è importante, perché
questo metodo sia efficace, che il lettore abbia un “testimone” appartenente
alla persona o alla situazione di cui si chiede, al quale fare riferimento. Può
trattarsi della mano del richiedente (testimone diretto), o un oggetto
appartenente alla persona di cui si domanda (testimone indiretto). Il movimento
del pendolino, oltre a essere di tipo rotatorio, può anche essere solo
oscillatorio. Per interpretarlo in questo caso potrebbe essere utile impiegare
un cartoncino circolare, o semicircolare, diviso in settori ognuno indicante le
possibilità di risposta. Le oscillazioni in uno dei settori, piuttosto che
negli altri, indicheranno quale sia la risposta più accreditata. Ogni volta che
si fa ricorso alla radioestesia è sempre necessario che i desideri del
radioestesista, o di chi lo assiste, non vadano in nessun modo a influenzare il
movimento del pendolo.
Il pendolo e il futuro E’ sconsigliato l’uso del pendolo per leggere il futuro soprattutto se si opera per se stessi: infatti i desideri e le paure (soprattutto queste ultime) influenzano inevitabilmente l’oscillazione del pendolino che, nella maggior parte dei casi, risponderà dicendo che si verificheranno proprio quegli eventi che la persona teme maggiormente. Questo tipo di risposta susciterà ancor maggior timore che l’avvenimento accada, cosicché viene continuamente prodotta dal soggetto un’immagine mentale che lo condurrà inevitabilmente verso quel “temuto” futuro. Purtroppo assai più di rado accade il contrario. In un caso di questo tipo non si può dire che il pendolo abbia correttamente “letto” il futuro perché in realtà si è verificato un circolo vizioso condizionante. Come fare allora, se si vuole usare il pendolo a scopo divinatorio? Una buona soluzione è far maneggiare il pendolo, puntandolo sulla propria mano, a una persona esperta alla quale si porrà la domanda, senza dare troppi ragguagli; anche in questo caso bisogna porre la domanda nel modo corretto e non pensare che il futuro sia fisso e scritto. Si potrà chiedere «La persona X fa bene a cambiare lavoro?». Oppure: «E’ corretto che X sposi Y?». Le vibrazioni dei corpi sottili della persona sulla cui mano viene fatto girare il pendolo diranno sì o no in base agli scopi profondi della persona, by-passando, per così dire, la trappola della mente conscia con i suoi desideri, le sue passioni e le sue emozioni, talvolta negative. Qualche volta il pendolino può essere proficuamente usato per “leggere” il passato: in astrologia, per esempio, per individuare l’ora di nascita di persone che la ignorano e i cui genitori non ricordano o sono defunti, si scrivono 24 bigliettini, uno per ogni ora del giorno, quindi si piegano in modo che il numero non si legga; la persona che vuole conoscere la propria ora di nascita prende nella mano un bigliettino e il radioestesista vi fa oscillare sopra il pendolo, che risponderà sì quando la persona tiene in mano il bigliettino con l’ora giusta. Può dire sì anche due volte se l’ora di nascita è a metà fra due ore (8.30 = sì per le 8 e sì per le 9). Per mettersi alla prova si può sperimentare con persone che possono poi risalire all’ora esatta; è comunque un metodo che richiede grande esperienza. |