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ASTROLOGIA ACQUARIO MITOLOGIA GRECA ROMANA
Fra i Greci vi era chi, come Eubulo, citato da Igino, lo identificava con Cecrope, il primo mitico re che regnò sull’Attica prima della scoperta del vino, quando si usava l’acqua per i sacrifici agli dei; per questo motivo sarebbe stato raffigurato nell’atto di versare dell’acqua. Vi era invece chi lo identificava con Deucalione, il figlio di Prometeo, che aveva sposato Pirra, figlia di Epimeteo e di Pandora. Quando Zeus decise di distruggere gli uomini dell’età del bronzo abbrutiti dai vizi, scatenò un diluvio sulla Terra risparmiando soltanto due giusti: Deucalione e Pirra i quali, consigliati da Prometeo, costruirono un’arca simile a una grande casa dove galleggiarono per nove giorni e nove notti per poi approdare sulle montagne della Tessaglia. Ma la maggior parte dei miti astronomici greci sostenevano che fosse Ganimede, figlio di Troo e di Calliroe. Il giovane, custode dei greggi paterni sulle montagne intorno a Troia, era talmente bello che aveva infiammato d’amore Zeus. Un giorno il sovrano degli dei lo fece rapire da un’aquila; ma secondo un’altra versione fu lo stesso dio ad assumere le sembianze di quell’uccello. Condotto sull’Olimpo, Ganimede serviva gli dei nel ruolo di coppiere. Zeus gli donò poi l’immortalità incastonandone l’immagine nel cielo come costellazione dell’Acquario; e tramite Ermes inviò a Troo, per consolarlo del rapimento del figlio, un tralcio d’oro modellato da Efesto e due meravigliosi cavalli. |