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LA LEPRE E LA CHIOMA DI BERENICE MITOLOGIA GRECA ROMANA
La Lepre Secondo Eratostene sarebbe stato Ermes a porre in cielo la lepre per premiarla della sua velocità. Igino riferisce anche un’altra interpretazione, e cioè che l’animale stava fuggendo al cane di Orione; ma egli stesso la trova inconsistente, perché un cacciatore così conosciuto e potente “non può essere rappresentato all’inseguimento di una lepre”. Secondo quanto racconta il motivo sarebbe un altro. Nell’antichità non vi era nessuna lepre nell’isola di Leros finchè un giovane del paese, amante di questi animali, non ne importò una femmina gravida. Presto tutti cominciarono ad allevare lepri che in pochi anni proliferarono in tale quantità da invadere l’isola scorrazzando per i campi e distruggendo i raccolti. Gli abitanti, sconvolti dal disastro e sfiniti dalla fame, decisero di cacciarle dall’isola e dopo non pochi sforzi vi riuscirono. Poi vollero incastonare nel cielo un’immagine dell’animale per ricordare agli uomini che non vi è nulla di così augurabile nella vita che non possa provocare più dolore che gioia. La Chioma di Berenice ovvero la coda del Leone Berenice è un personaggio storico; figlia di Maga, re di Cirene, aveva sposato nel 247 a.C. il faraone Tolomeo III Evergete. Di rara bellezza, era celebre per i capelli biondo ambra, rari nell’Africa settentrionale. Nel 245 Tolomeo dovette partire per una lunga campagna di guerra contro Seleucio II, re di Siria. Temendo per lo sposo, Berenice fece voto solenne di rinunciare ai capelli se il marito fosse tornato incolume e vittorioso. Quando lo ebbe rivisto sano e salvo, mantenne la promessa deponendoli nel Tempio che, dedicato alla madre Arsinoe, si trovava a Zefirio, vicino alla moderna Aswan. Pochi giorni dopo, le trecce erano inspiegabilmente sparite fra la costernazione dei sacerdoti e il furore del re; per risolvere l’ingarbugliato problema l’astronomo Conone di Alessandria, indicando il gruppo di stelle vicine alla coda del Leone, riferì alla folla che i capelli di Berenice si erano uniti alle altre costellazioni. Disegnò quindi una Chioma sul globo celeste di Alessandria. Ma la nuova costellazione non ebbe fortuna, tant’è vero che nel Medioevo non era catalogata. Soltanto nel 1551 fu inserita dal cartografo olandese Gerardus Mercator per essere poi definitivamente consacrata da Tycho Brahe. |