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ASTROLOGIA PIETRA SEGNO ZODIACALE CAPRICORNO
Ai nati nel Capricorno, domicilio diurno
di Saturno, si consigliano le gemme scure come l’opale nera, l’onice
e l’ossidiana.
L’opale nera è adatta soltanto ai pochissimi che possono permettersela, perché è una varietà molto rara che ha raggiunto nel passato quotazioni simili al diamante: ha un fondo scuro in cui si riflettono le varie tonalità di blu, di verde e di rosso. E’ adattissima ai nati sotto questo segno perché contribuisce a cacciare la melanconia, la paura e i sensi di colpa ai quali sono spesso soggetti. La si deve applicare all’altezza del fegato. Svolge anche una forte azione disintossicante e stimola la funzionalità delle ghiandole germinali, ovaie e testicoli. L’azione di questa pietra si manifesta anche quando viene usata per la meditazione. Ma la gemma di Saturno per antonomasia è l’onice, una varietà del calcedonio il cui colore nero è prodotto dalla presenza di inclusioni di ferro e di carbonio. Nel Medioevo era considerata la pietra della sventura, della tristezza e della paura, in sintonia con la fama negativa di Saturno. Si pensava che favorisse la litigiosità. Ancora oggi ha una reputazione negativa, tant’è vero che è soprannominata «la pietra degli egoisti». In realtà richiede maturità ed equilibrio, perché si addice a chi ha la forza spirituale di accettare la realtà nei suoi contrasti, nella sua alternanza di bene e male, di gioie e dolori. Soltanto a chi ha raggiunto questo stadio spirituale l’onice può giovare per mantenere un giusto equilibrio in se stessi e nei rapporti con gli altri. Gli oratori e i cantanti dovrebbero portarla al collo, perché sembra che contribuisca a proteggere le corde vocali dalle infiammazioni. Secondo il lapidario greco Sulle pietre, «è utile alle donne incinte e a quelle che allattano. Vi si incide un Chnubis a tre teste». In questo caso bisogna porla in corrispondenza delle vertebre sacre e del coccige. Un’altra gemma saturnina è l’ossidiana, un vetro vulcanico che si forma col repentino raffreddamento di lave ricche di silice. Il rapido raffreddamento impedisce che si creino cristalli e produce una massa amorfa e rigida, ricca di inclusioni solide, liquide e gassose. E’ una roccia trasparente di colore nero, grigio o marrone variegato con punteggiature bianche. Già nell’età della pietra se ne ricavavano sonagli che venivano usati nel corso di riti. Nell’antichità si credeva che avesse la prerogativa di allontanare i demoni; vi si intagliavano anche attrezzi e armi. Era considerata la pietra del guerriero che affrontava le battaglie con calma e serenità perché aveva già assimilato l’idea di poter morire. Il suo nome deriva da Obsius, il nome di un romano che secondo Plinio l’avrebbe scoperta nei territori dell’odierna Etiopia. «Ti consiglio» è scritto nel Lapidario orfico «di mescolare la forza della pietra ossidiana con mirra odorosa e un lepidote risplendente, dalle scaglie argentate, il tutto insieme con lacrime di resina di pino. Posto infatti che tu abbia sparso questo miscuglio sul fuoco, gli immortali ti concederanno il vaticinio dei beni e dei mali futuri e potrai conoscere tutto quel che vuoi. Il lepidote protegge dai mali dolorosi dei nervi». In America del Nord i ciottoli di ossidiana prendono il nome di “lacrime di Apache” perché secondo la tradizione nascono dalle lacrime che la Terra emette quando muore un individuo di quella tribù. A livello psichico protegge i cuori troppo sensibili da influenze negative: il suo colore infatti agisce da schermo nei confronti di ciò che si vuole respingere. Rende il soggetto più consapevole e lo aiuta a capire più profondamente gli avvenimenti di cui è protagonista o comprimario. Favorisce anche la meditazione se la si utilizza intagliata a forma di specchio o di sfera. A livello fisico, se la si pone nell’area sacrale, si alleviano le infiammazioni causate da virus e batteri nel basso addome; si migliora la funzionalità dell’intestino, si riducono i blocchi energetici e anche le tensioni. L’ossidiana accelera la guarigione delle ferite bloccando la perdita di sangue e stimolando la rigenerazione dei tessuti. Favorisce inoltre la circolazione del sangue sicché è indicata per piedi e mani cronicamente freddi. Ai nati nel Capricorno si consiglia infine il calcedonio, un ossido del gruppo dei quarzi originato dall’acido silicico concentrato, nella varietà grigio-biancastra, il cosiddetto calcedonio dendritico; oppure in quella marrone scuro, quasi nera. Il primo promuove nell’individuo meticolosità e spirito di ricerca, liberandolo da meccanismi psicologici automatici. Il secondo aiuta a uscire da uno stato negativamente passivo favorendo la creatività. L’essenza astrale del Capricorno è il caprifoglio; ma ogni decade ne ha una specifica: per la prima è il narciso, per la seconda il giacinto doppio, per la terza il mentastro. |