Spesso mi è stata posta la domanda su quale sia la connessione fra Astrologia e l'Esoterismo. In questa sede non posso essere completamente esaustivo in merito, data la complessità e la vastità dell'argomento, tuttavia provo a sintetizzare entrando subito in medias res.
All’interno dell’esoterismo non si può in alcun caso innalzare una singola linea di tradizioni a disciplina guida, ma uno sguardo sui principali ambiti di attività dell’esoterismo – magia, alchimia e astrologia – mostra che a quest’ultima spetta un ruolo particolare. Se si considera la magia (specialmente in quanto magia naturalis, per come si sviluppò nella prima età moderna) come il tentativo di influenzare attivamente la rete di corrispondenze tra uomo e cosmo, l’astrologia mette a disposizione una lingua di simboli neutra con la quale sistematizzare il lavoro magico. Fino all’inizio del XX secolo, un buon mago doveva perciò disporre di buone conoscenze astrologiche di base, non solo per capire le combinazioni “corrette” delle forze simboleggiate dai pianeti e le loro manifestazioni, ma anche per determinare il momento giusto per un rituale. Analogamente si dica dell’alchimia, la disciplina che nei processi chimici, al di là delle modificazioni materiali, indaga il significato simbolico di tali cambiamenti. La ricerca della “pietra filosofale” o di un universale elisir di lunga vita – per tacere della trasformazione della materia semplice in oro – è sempre, per l’alchimia, anche un’analogia della maturazione e della trasformazione dell’uomo. Nella descrizione di tali processi l’alchimia si servì costantemente della lingua simbolica dell’astrologia, essendo i metalli interpretati come manifestazioni di forze planetarie. Che l’astrologia, all’interno della tradizione esoterica, arrivasse ad avere un’importanza tanto grande dipende principalmente dalla sua neutralità e astrattezza. Essa lavora infatti con un numero limitato di “principi cosmici originari” (rappresentati dai dodici segni zodiacali e dai pianeti ad essi associati), sufficientemente generali da poter essere applicati e concretizzati in diversi modi – come il principio dell’ “impedimento” o quello dell’ “impulso”- e che allo stesso tempo mettono a disposizione una grande varietà di combinazioni possibili.
l'All’interno dell’esoterismo non si può in alcun caso innalzare una singola linea di tradizioni a disciplina guida, ma uno sguardo sui principali ambiti di attività dell’esoterismo – magia, alchimia e astrologia – mostra che a quest’ultima spetta un ruolo particolare. Se si considera la magia (specialmente in quanto magia naturalis, per come si sviluppò nella prima età moderna) come il tentativo di influenzare attivamente la rete di corrispondenze tra uomo e cosmo, l’astrologia mette a disposizione una lingua di simboli neutra con la quale sistematizzare il lavoro magico. Fino all’inizio del XX secolo, un buon mago doveva perciò disporre di buone conoscenze astrologiche di base, non solo per capire le combinazioni “corrette” delle forze simboleggiate dai pianeti e le loro manifestazioni, ma anche per determinare il momento giusto per un rituale. Analogamente si dica dell’alchimia, la disciplina che nei processi chimici, al di là delle modificazioni materiali, indaga il significato simbolico di tali cambiamenti. La ricerca della “pietra filosofale” o di un universale elisir di lunga vita – per tacere della trasformazione della materia semplice in oro – è sempre, per l’alchimia, anche un’analogia della maturazione e della trasformazione dell’uomo. Nella descrizione di tali processi l’alchimia si servì costantemente della lingua simbolica dell’astrologia, essendo i metalli interpretati come manifestazioni di forze planetarie. Che l’astrologia, all’interno della tradizione esoterica, arrivasse ad avere un’importanza tanto grande dipende principalmente dalla sua neutralità e astrattezza. Essa lavora infatti con un numero limitato di “principi cosmici originari” (rappresentati dai dodici segni zodiacali e dai pianeti ad essi associati), sufficientemente generali da poter essere applicati e concretizzati in diversi modi – come il principio dell’ “impedimento” o quello dell’ “impulso”- e che allo stesso tempo mettono a disposizione una grande varietà di combinazioni possibili.