
Voglio spendere giusto due parole per esporre sinteticamente la storia dell’Astrologia in Medio Oriente, col fine di erudire, in tal senso, i miei amici lettori.
Lo sviluppo completo dell’astrologia orale tra gli Arabi coprirebbe il periodo dal 750 al 1550 a.C., e si allargherà al Medio Oriente, l’India occidentale, Spagna, Sicilia, sud della Francia.
Il califfo Al Mansur fece erigere un importante osservatorio e una biblioteca a Bagdad, che divenne la capitale astronomica del mondo. Astrologia e Astronomia procedevano unite.
Gli Arabi, depositari della scienza greca, che essi associavano con l’algebra, l’alchimia, la medicina e la mistica islamica, diffusero la scienza degli astri in Europa; Ruska è stato il primo a dimostrarlo nelle annotazioni aggiunte alla storia della «Tabula Smaragdina». Alkindi formulò la dottrina delle congiunzioni di pianeti che il suo discepolo Albumasar diffuse nel suo libro «Magnarum coniunctionum». Scriveva che vi sono piccole congiunzioni planetarie che si riproducono ogni 20 anni, poi altre, medie, ogni 240 anni, infine quelle grandi di 960 anni che influenzavano non solo la natura percettibile ma anche i fatti politici e religiosi determinanti le epoche storiche.
I Sabei di Harran (Mesopotamia), fra cui il celebre astrologo Thebit, adattarono l’eredità astrologica mesopotamica alle conseguenze degli ermetici, neoplatonici e gnostici, conoscevano le case, le stazioni, il sorgere e il declinare dei pianeti, le loro congiunzioni e opposizioni, le dominazioni sulle ore, il loro sesso, le qualità benefiche e malefiche, le attribuzioni alle parti del corpo e le associazioni ai metalli.
Albatenio, matematico e astrologo, è il primo a concepire l’idea d’un sistema delle case dell’oroscopo. La maggior parte dell’astrologia araba ci è giunta dalla Spagna, dove ci fu l’università più nota del mondo astrologico: Toledo.
Michel Scott, astronomo del grande Federico II, era anche allievo degli Arabi, e tradusse Avicenna e l’opera di Alpetragus; s’interessò soprattutto alla scienza negromantica, e per lui l’astrologia è lo studio divinatorio delle stelle, l’astronomia il loro studio pratico; giudicava inoltre di essenziale importanza l’oroscopo di concepimento.
L’ultimo astrologo noto fu Aohamed ben Ahmed e Douhrian.
Fra i procedimenti divinatori associati all’astrologia musulmana cito l’arte di costruire delle stelle a 5 punte, e dei talismani magici, la geomanzia o divinazione con figure formate dalla disposizione dei punti delineati secondo un metodo tradizionale, tracciati sulla carta o disegnati automaticamente sulla sabbia. L’astrologia era divisa in 7 branche:
1) Astrologia meteorologica, o del tempo naturale
2) Astrologia giudiziale o natale (Abu Ali Yacoub ibn Kayar scrisse un trattato)
3) Astrologia oraria
4) Astrologia medica (Rhazes fu grande medico e lasciò un commento sul Tetrabiblos)
5) Astrologia elettiva o scelta del momento giusto
6) Astrologia fisiognomica che insegnava a scegliere gli amuleti
7) Astrologia agricola e degli illusionismi magici (da praestigiis).
In tutte le sfere della società di Bisanzio si seguivano con interesse crescente le pratiche degli astrologi, che in genere erano egizi o asiatici, proseguendo la tradizione della Roma imperiale. Nell’VIII sec. era comparso il celebre trattato «Dell’arte matematica», dove Stefano d’Alessandro faceva l’elogio speciale dell’astrologia. L’ultimo filosofo platonico di Bisanzio (amico di Petrarca e di Marsilio Ficino), Pithon (XV sec.), crederà all’astrologia: la sua è una personalità storicamente importante che fa da congiunzione tra l’ellenismo medioevale bizantino e il primo Rinascimento italiano. Jean Kotrarios fu autore del trattato «Hermippos o dell’astrologia», che ebbe successo durante il Rinascimento. Ci furono anche teologi contrari a questa arte divinatoria, come Jean Philoponsiam (V secolo) Jean Damoscene (673-749).
Lo sviluppo completo dell’astrologia orale tra gli Arabi coprirebbe il periodo dal 750 al 1550 a.C., e si allargherà al Medio Oriente, l’India occidentale, Spagna, Sicilia, sud della Francia.
Il califfo Al Mansur fece erigere un importante osservatorio e una biblioteca a Bagdad, che divenne la capitale astronomica del mondo. Astrologia e Astronomia procedevano unite.
Gli Arabi, depositari della scienza greca, che essi associavano con l’algebra, l’alchimia, la medicina e la mistica islamica, diffusero la scienza degli astri in Europa; Ruska è stato il primo a dimostrarlo nelle annotazioni aggiunte alla storia della «Tabula Smaragdina». Alkindi formulò la dottrina delle congiunzioni di pianeti che il suo discepolo Albumasar diffuse nel suo libro «Magnarum coniunctionum». Scriveva che vi sono piccole congiunzioni planetarie che si riproducono ogni 20 anni, poi altre, medie, ogni 240 anni, infine quelle grandi di 960 anni che influenzavano non solo la natura percettibile ma anche i fatti politici e religiosi determinanti le epoche storiche.
I Sabei di Harran (Mesopotamia), fra cui il celebre astrologo Thebit, adattarono l’eredità astrologica mesopotamica alle conseguenze degli ermetici, neoplatonici e gnostici, conoscevano le case, le stazioni, il sorgere e il declinare dei pianeti, le loro congiunzioni e opposizioni, le dominazioni sulle ore, il loro sesso, le qualità benefiche e malefiche, le attribuzioni alle parti del corpo e le associazioni ai metalli.
Albatenio, matematico e astrologo, è il primo a concepire l’idea d’un sistema delle case dell’oroscopo. La maggior parte dell’astrologia araba ci è giunta dalla Spagna, dove ci fu l’università più nota del mondo astrologico: Toledo.
Michel Scott, astronomo del grande Federico II, era anche allievo degli Arabi, e tradusse Avicenna e l’opera di Alpetragus; s’interessò soprattutto alla scienza negromantica, e per lui l’astrologia è lo studio divinatorio delle stelle, l’astronomia il loro studio pratico; giudicava inoltre di essenziale importanza l’oroscopo di concepimento.
L’ultimo astrologo noto fu Aohamed ben Ahmed e Douhrian.
Fra i procedimenti divinatori associati all’astrologia musulmana cito l’arte di costruire delle stelle a 5 punte, e dei talismani magici, la geomanzia o divinazione con figure formate dalla disposizione dei punti delineati secondo un metodo tradizionale, tracciati sulla carta o disegnati automaticamente sulla sabbia. L’astrologia era divisa in 7 branche:
1) Astrologia meteorologica, o del tempo naturale
2) Astrologia giudiziale o natale (Abu Ali Yacoub ibn Kayar scrisse un trattato)
3) Astrologia oraria
4) Astrologia medica (Rhazes fu grande medico e lasciò un commento sul Tetrabiblos)
5) Astrologia elettiva o scelta del momento giusto
6) Astrologia fisiognomica che insegnava a scegliere gli amuleti
7) Astrologia agricola e degli illusionismi magici (da praestigiis).
In tutte le sfere della società di Bisanzio si seguivano con interesse crescente le pratiche degli astrologi, che in genere erano egizi o asiatici, proseguendo la tradizione della Roma imperiale. Nell’VIII sec. era comparso il celebre trattato «Dell’arte matematica», dove Stefano d’Alessandro faceva l’elogio speciale dell’astrologia. L’ultimo filosofo platonico di Bisanzio (amico di Petrarca e di Marsilio Ficino), Pithon (XV sec.), crederà all’astrologia: la sua è una personalità storicamente importante che fa da congiunzione tra l’ellenismo medioevale bizantino e il primo Rinascimento italiano. Jean Kotrarios fu autore del trattato «Hermippos o dell’astrologia», che ebbe successo durante il Rinascimento. Ci furono anche teologi contrari a questa arte divinatoria, come Jean Philoponsiam (V secolo) Jean Damoscene (673-749).