Con questo post ho intenzione di esporre alcuni essenziali dati storici relativamente all’astrologia nell’occidente medioevale, per far conoscere l’ipocrisia delle posizioni odierne assunte dalla Chiesa, dalle Istituzioni, da alcuni illustri esponenti delle varie correnti storico/politico/filosofico/culturali. Ci si può rendere conto come i loro stessi padri fossero completamente coinvolti dalla materia astrologica. Non solo, bisogna altresì sapere che molti dei suddetti illustri esponenti, oggi denigrano, declassano pubblicamente ed ipocritamente l’astrologia, ma in realtà ne sono segretamente essi stessi fautori e cultori per scopi puramente ed egoisticamente personali.
Dunque, fra l’XI e XII sec. l’astrologia diventò oggetto di studi seri e nel 1125 l’università di Bologna istituisce una cattedra d’astrologia. Il rapporto astrologia-religione comincia a perdere la sua importanza perché ovunque prevalgono i metodi d’indagine basati su calcoli precisi e molti papi, come Alessandro IV e Giovanni XXII, tengono in gran conto questa disciplina. Gli astrologi medioevali, nonostante il Concilio di Laodicea che aveva proibito ai chierici la professione di mago matematico (astrologo), non furono disturbati dalla Chiesa, salvo quando s’inoltravano troppo apertamente in pratiche magiche e nell’eresia. Infatti i grandi dottori scolastici fecero loro il motto di S. Tommaso d’Aquino «Astra inclinant non necessitant», riconoscendo una certa influenza degli astri sulle azioni umane che però non escludono il libero arbitrio. Nel Medioevo regnava la vecchia dottrina, sotto una forma cristianizzata, dell’uomo come microcosmo e replica quindi del macrocosmo, immagine dell’universo. Gli astrologi medioevali si mescolavano nella politica e i sovrani stessi fecero appello ai loro servizi. Vi erano partigiani dell’imperatore (ghibellini) come Michel Scott, astrologo di Federico II di Germania, e Pietro d’Abano (1257), avversario del potere pontificio, che si sforzò di sviluppare una visione ciclica della storia in cui 7 sfere planetarie reggevano 354 anni, più quattro mesi lunari, mentre l’ottava sfera celeste, quella delle stelle fisse, che si muove ogni 70 anni, aveva il potere di trasformare la terra in mare. Nel 1327 Cecco d’Ascoli, astrologo alla corte di Firenze, insegnava astrologia a Padova, ma fu cacciato dall’Inquisizione e arso vivo perché accusato di magia e di eresia. Non temette il tribunale ecclesiastico Marsilio Ficino, umanista e filosofo, che appoggiato da Lorenzo dei Medici fondò l’accademia e insegnava concezioni cosmologiche difendendo l’astrologia. Fra i sostenitori del partito ghibellino Guido Bonatti, eletto doctor siderabilissimo, si mise al servizio del capo militare Guido di Montefeltro e quando le configurazioni celesti erano favorevoli, saliva in cima a un campanile elevato e trasmetteva il segnale al condottiero che dava l’ordine di partire. Simpatizzanti dell’astrologia furono Brunetto Latini, il filosofo Ruggero Bacone e Dante, che nel Purgatorio dice: «Sebbene liberi, voi siete sottomessi a una forza superiore e a una natura più elevata e questa potenza crea in voi lo spirito che i cieli non possono dominare». Fra i sovrani protettori dell’astrologia ci fu il re Alfonso di Castiglia, sotto il cui regno furono stabilite le tavole planetarie alfonsine; Carlo V e Alberto il Grande, noto per la ricerca delle influenze planetarie e delle proprietà medicinali e magiche attribuite alle piante. Gerolamo Savonarola, il mistico con l’animo d’artista, accusava indovini e ciarlatani di diffondere un pericoloso fatalismo con le loro sciocche previsioni, ma nei suoi sermoni si serviva delle corrispondenze astrologiche e se il Sole era Gesù, la Luna la Madonna, i Santi erano le Stelle.
Dunque, fra l’XI e XII sec. l’astrologia diventò oggetto di studi seri e nel 1125 l’università di Bologna istituisce una cattedra d’astrologia. Il rapporto astrologia-religione comincia a perdere la sua importanza perché ovunque prevalgono i metodi d’indagine basati su calcoli precisi e molti papi, come Alessandro IV e Giovanni XXII, tengono in gran conto questa disciplina. Gli astrologi medioevali, nonostante il Concilio di Laodicea che aveva proibito ai chierici la professione di mago matematico (astrologo), non furono disturbati dalla Chiesa, salvo quando s’inoltravano troppo apertamente in pratiche magiche e nell’eresia. Infatti i grandi dottori scolastici fecero loro il motto di S. Tommaso d’Aquino «Astra inclinant non necessitant», riconoscendo una certa influenza degli astri sulle azioni umane che però non escludono il libero arbitrio. Nel Medioevo regnava la vecchia dottrina, sotto una forma cristianizzata, dell’uomo come microcosmo e replica quindi del macrocosmo, immagine dell’universo. Gli astrologi medioevali si mescolavano nella politica e i sovrani stessi fecero appello ai loro servizi. Vi erano partigiani dell’imperatore (ghibellini) come Michel Scott, astrologo di Federico II di Germania, e Pietro d’Abano (1257), avversario del potere pontificio, che si sforzò di sviluppare una visione ciclica della storia in cui 7 sfere planetarie reggevano 354 anni, più quattro mesi lunari, mentre l’ottava sfera celeste, quella delle stelle fisse, che si muove ogni 70 anni, aveva il potere di trasformare la terra in mare. Nel 1327 Cecco d’Ascoli, astrologo alla corte di Firenze, insegnava astrologia a Padova, ma fu cacciato dall’Inquisizione e arso vivo perché accusato di magia e di eresia. Non temette il tribunale ecclesiastico Marsilio Ficino, umanista e filosofo, che appoggiato da Lorenzo dei Medici fondò l’accademia e insegnava concezioni cosmologiche difendendo l’astrologia. Fra i sostenitori del partito ghibellino Guido Bonatti, eletto doctor siderabilissimo, si mise al servizio del capo militare Guido di Montefeltro e quando le configurazioni celesti erano favorevoli, saliva in cima a un campanile elevato e trasmetteva il segnale al condottiero che dava l’ordine di partire. Simpatizzanti dell’astrologia furono Brunetto Latini, il filosofo Ruggero Bacone e Dante, che nel Purgatorio dice: «Sebbene liberi, voi siete sottomessi a una forza superiore e a una natura più elevata e questa potenza crea in voi lo spirito che i cieli non possono dominare». Fra i sovrani protettori dell’astrologia ci fu il re Alfonso di Castiglia, sotto il cui regno furono stabilite le tavole planetarie alfonsine; Carlo V e Alberto il Grande, noto per la ricerca delle influenze planetarie e delle proprietà medicinali e magiche attribuite alle piante. Gerolamo Savonarola, il mistico con l’animo d’artista, accusava indovini e ciarlatani di diffondere un pericoloso fatalismo con le loro sciocche previsioni, ma nei suoi sermoni si serviva delle corrispondenze astrologiche e se il Sole era Gesù, la Luna la Madonna, i Santi erano le Stelle.